Tavolo della pace, Abete: “Ancora una ferita profonda”

4 ore e mezza nella Sala Giunta del Palazzo H del Foro Italico a Roma, dove hanno partecipato i presidenti coinvolti come Andrea Agnelli, Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis, Adriano Galliani e Massimo Moratti; in qualità di istituzione erano presenti invece il presidente del Coni Giancarlo Abete, il segretario Raffaele Pagnozzi e il direttore generale Antonello Valentini, al di là di Petrucci. Nulla di fatto in tutto ciò, non si è riusciti a trovare un accordo.

Fonte immagine: Wikipedia

Mi aspettavo un esito diverso, non voglio bluffare”. Commenta così Gianni Petrucci, presidente del Coni, il tentativo fallito per il tavolo della pace. “È stato un incontro civile ma devo ammettere che non ci sono stati passi avanti. Le scorie di Calciopoli sono ancora pesanti e scottanti. Ci ho messo la buona volontà, ma non c’è stata la risposta che attendevo, ne devo prendere atto. Ora ci penserò molto bene prima di fare altre riunioni, ma ce la metterò tutta. E non si dica che sono caduto in un “trappolone” del mondo del calcio. Sono deluso ma sereno, perché ce l’abbiamo messa tutta e dormirò tranquillo la notte. Non è arrivato un risultato ma non è stato un fallimento e non accuserò i presidenti del calcio“.

Fonte immagine: Wikipedia - Simone Ramella

 

 

DELLA VALLE – “Siamo rimasti tutti civilmente sulle nostre posizioni, che sono chiare, precise e coerenti. Non si capisce perché la Fiorentina sia finita dentro Calciopoli, continueremo la nostra battaglia finché non saranno riconosciute le nostre posizioni. Petrucci ci ha chiamato: grazie, ma le nostre posizioni non cambiano“.

 

 

 

Fonte immagine: flickr.com - G.M.Belli

ABETE – “Ho parlato a lungo con Andrea Agnelli, i rapporti personali sono di grande serenità e trasparenza. Un eventuale passo indietro è una valutazione che farà la Juventus se e quando lo riterrà opportuno, non c’è una situazione stressata“.

Le posizioni sono sedimentate. Nonostante lo sforzo non si riesce a sanare una ferita profonda, anche se si cerca di andare verso il futuro. Si pensava ad un risultato migliore ma il calcio è sconfitto solo quando vengono sconfitte le regole. E nel nostro mondo non c’è certo il caos. Dello scudetto del 2006 si parlato in maniera incidentale. Il problema non è collegato agli effetti ma alla situazione che ha portato al commissariamento della Figc e al lavoro degli organi di giustizia“.

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