Tévez: “La Juve mi ha cambiato la vita. Conte? Deve restare, ci penserò io…”

Carlitos Tévez si è raccontato in una lunga intervista a Tuttosport.

Fonte: Tommaso Naccari
Fonte: Tommaso Naccari

Dalle prime impressioni sul calcio italiano, al rapporto con Conte, l’argentino si è confessato con tutta sincerità. Ecco le parti salienti dell’intervista:

 

SUL CALCIO ITALIANO – “Sono molto contento alla Juve e sono anche molto soddisfatto del momento che stiamo vivendo. Il calcio italiano mi ha sorpreso, pensavo fosse facile giocare qui, invece è molto difficile, è tattico, si corre e si lavora tanto, è senza dubbio il più difficile nel quale mi sono trovato. Certo, il fatto di essere nella Juventus complica le cose, gli avversari che ci affrontano sembra giochino ogni volta la finale mondiale, tutti vogliono batterci”.

 

 

SULLA JUVENTUS – “La Juventus mi ha cambiato la vita, mi ha ridato la voglia di giocare a calcio e la cosa più importante per un giocatore è essere felice. Vedrete il miglior Tévez? Io sono pronto a dare il meglio di me in ogni partita”.

 

 

SU CONTE – “Conte è un duro, secondo me è un fenomeno nel suo lavoro. Mi ha sorpreso molto, per lui ogni partita è una finale, vuole sempre vincere. E’ un maniaco del lavoro e i risultati si vedono in campo. Differenze con Ferguson? Non molte, son due vincenti, due che considerano il loro club il migliore al mondo e vogliono che si imponga sugli altri.  Per Ferguson lo stemma del Manchester è la cosa più importante, da difendere a ogni costo. Per Conte è così con quello della Juventus. Differenze con Mancini? Roberto è diverso. Vede il calcio un po’ da giocatore e un po’ da allenatore. Conte lo vede da allenatore e basta. Cioè, lui è stato un giocatore e sa darti i consigli giusti, ma ha la visione da tecnico”.

 

 

SUI DIFENSORI ITALIANI – “I difensori italiani picchiano sicuramente di più di quelli inglesi. Immobile? Non mi ha chiesto scusa, ma non importa, sono cose che succedono in campo. E poi c’è il ritorno, no? Mi rialzo subito dopo i falli per dare un segnale agli avversari? No, è una mia caratteristica. Ho sempre fatto così, fin da quando giocavo per le strade del mio quartiere: lì ti picchiano e di solito ti rialzi senza lamentarti troppo”.

 

 

SULLE SORPRESE – “Quagliarella per come tocca la palla e Pogba, è un vero campione, ha i numeri e la personalità. Dove rende meglio Pogba? Mezzala a sinistra. Poi devo dire che è un privilegio per me giocare con Pirlo e Buffon. Esperienza e classe, mi sento molto bene in squadra”.

 

 

SULLA FASCIA DI CAPITANO – “Se mi piacerebbe indossare la fascia di capitano? A chi non piacerebbe? Sarebbe un onore enorme, ma prima di me ci sono tanti altri che lo meritano di più, come Gigi, il miglior capitano di tutti”.

 

 

SUL FUTURO DI CONTE – “Se mi aspettavo un Conte così maniacale in tutto? Sì, me lo aspettavo. È molto rigido anche per quanto riguarda l’alimentazione. Me l’ha fatto capire sin dalla prima volta che ci siamo parlati. Lui è un campione come allenatore. Dal primo giorno mi ha fatto subito vedere e capire come gioca la Juve. Ha un quaderno di tattica in cui appunta ogni minimo dettaglio. Conte è fatto così. Resta o cambierà squadra? Sicuramente no, è una cosa che non esiste. Conte deve restare: mi muoverò per primo, lo dirò io a Marotta. Conte dà il meglio di sé in Italia, alla Juve? Farebbe grandi cose dovunque. Lui è un grande allenatore, un professionista serio”.

 

 

SUL POSSIBILE INCONTRO COL PAPA  – “Mi piacerebbe piacere un giorno incontrare Papa Francesco, sarebbe un onore. Spero di riuscire a parlargli un giorno insieme con la mia famiglia, per parlare dei quartieri difficili di Buenos Aires, di solidarietà, delle iniziative che io stesso sto portando avanti. Quello che è successo lì lui lo sa bene. E magari lo inviteremo a una partita della Juve, non importa se tifa per il San Lorenzo: anche se tenesse per il River, non sarebbe un problema”.

 

 

SUL RAPPORTO CON BALOTELLI – “Al City ho avuto un ottimo rapporto con Balotelli, abbiamo passato due anni insieme. Parlavamo molto, ci sono tanti aneddoti che non posso raccontare. Per lui sono stato quasi come un fratello maggiore”.

 

 

SULLA SFIDA COL REAL – “Se possiamo vincere al Bernabeu? Il Real è sempre il Real, un potenziale incredibile, un’istituzione. Il Madrid è una grande squadra, che rispetto, ma penso che in Champions abbiamo bisogno di vincere due partite per passare il turno: che sia al Bernabeu o contro un’altra squadra non importa. Se ho già giocato al Bernabeu? Sì, col City. Ai tempi dello United invece ho affrontato soltanto il Barcellona. Spaventato? Paura? No, la paura non esiste nel calcio. Messi o Ronaldo, a bruciapelo? Messi. Voterò sempre per Leo. Cristiano Ronaldo o Tevez? Ronaldo…”.

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