Zeman senza peli sulla lingua: “Reja e Luis Enrique non li stimo. Ho sempre detto quello che pensavo e l’ho pagato”

Un’intervista a tutto tondo all’allenatore boemo. Le domande sono tante sopratutto sul derby di Roma, vissuto da lui su entrambe le panchine, ma anche sul nostro calcio, sulla sua vita calcistica e sulle squadre di serie A.

Zeman ha combattuto contro il sistema denunciando spesso irregolarità e sospetti che alla fine si sono rivelati tutti veri. A pagarne le conseguenze però è solo lui come ci dice chiaramente:” Sì. Hanno fatto il possibile per rovinarmi la carriera e, almeno in parte, ci sono riusciti. Nei miei confronti c’è stato il veto, quello che mi ha impedito di allenare grandi squadre, come Inter e Juventus. Le intercettazioni hanno confermato che i sospetti che nutrivo corrispondevano a verità. In poche parole, me l’hanno fatta pagare. Sono sempre stato pro-calcio, gli altri erano anti-qualcuno. Io dicevo solo quello che pensavo”.

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Si continua a parlare del derby, partita sempre sentita in maniera diversa da ambiente e tifosi. Una partita diversa carica di adrenalina e preoccupazioni, di voglia di vincere e regalare una grande soddisfazione alla propria tifoseria. In merito ecco le parole del boemo su questo fantastico match:” Il pubblico e lo spettacolo li adoro, la partita meno perché solitamente è bruttina, domenica la guarderò in tv. E non mi piace l’attesa esasperata che condiziona i calciatori. La mattina di un derby vidi i calciatori bianchi in volto, alcuni erano stati minacciati in caso di sconfitta. Questo è troppo. Chi vince? Un pronostico è impossibile. Dico che la Lazio mi sembra più squadra e che si presenta meglio all’appuntamento, ma il pronostico resta comunque aperto. Conterà molto la voglia che avranno le squadre di aggiudicarsi la sfida“. Sui colleghi non ha parole dolci, anzi sanno di veleno. L’unico che coccola è il capitano Francesco Totti:” Reja? Cambia troppo per i miei gusti. In trent’anni di carriera non ha mai lottato per grandi obiettivi, ci sarà pure un motivo. Luis? Esagera nel possesso palla e, così facendo, tira poco in porta. E’ arrivato da qualche mese, sta effettuando delle prove ed è alla ricerca di certezze, deve imparare tanto. Il mio miglior giocatore? Francesco Totti. Dicono in molti che è un giocatore finito. Ma chi parla così non conosce le potenzialità e le risorse di questo campione”. L’intervista continua parlando del suo gioco e degli allenatori di serie A:” Perchè prendo tanti goal?  Anche questa è una leggenda. Nella Lazio incassammo meno gol della Juve campione d’Italia, eppure si diceva che non lavoravo sulla difesa. Per due volte ho avuto la peggior difesa, per dieci il migliore attacco. Io gioco sempre per vincere e chi propone calcio rischia sempre di più e la gente è contenta di vedere lo spettacolo. Il più grande rimpianto non essere andato al Real Madrid. Allenavo alla Roma e sembrava che la trattativa potesse concretizzarsi, invece saltò tutto. Belgrado e Istanbul, le uniche esperienze che non rifarei. Al Fenerbahce c’era il problema della lingua: io dicevo cinque parole e il traduttore parlava per mezzora, chissà cosa spiegava. Nella Stella Rossa non ho trovato professionalità da parte dei calciatori. Però tengo a precisare di non essere mai stato cacciato. Viste le situazioni, ho scelto io di lasciare”.

Zeman continuerà a combattere finchè avrà forze cercando di regalare a questo mondo un calcio più pulito e limpido, divertente e ricco di goal come a tutti i tifosi piacerebbe:” Non ho alcuna intenzione di ritirarmi. Finchè mi divertirò e ci sarà una società che mi affiderà una squadra, vedrete Zeman indossare la tuta. A dispetto di molti.

“Il calcio è la mia vita e mi diverte ancora”

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