A tutta tattica – Zeman: ritorno al futuro

La scorsa stagione  Zdenek Zeman tornò ad allenare il Foggia. Sembrava il preludio di una nuova fantastica avventura, proprio dalla panchina della squadra con cui l’allenatore boemo aveva iniziato a stupire. Come spesso accade, però, i ritorni si rivelano delle delusioni; infatti non è decollato quello che molti speravano diventasse un nuovo ciclo di successi della squadra pugliese.

Non essendo riuscito a portare dalla Lega Pro in Serie B il Foggia, Zeman ha preferito cambiare squadra questa estate; è così passato al Pescara. Proprio così, il Pescara, il club che ha conosciuto il suo massimo splendore sotto al guida di Giovanni Galeone (e con Massimilano Allegri a centrocampo). Sembra incredibile che l’allenatore ritenuto da sempre un grande “innovatore” sieda ora sulla panchina dell’unico altro allenatore che in qualche modo anticipò il suo gioco così offensivo.

 

Tutti voi appassionati saprete sicuramente che lo schema tipico di Zeman è il 4-3-3. La critica che gli è sempre stata mossa è quella di impostare un gioco troppo offensivo; peccato mortale in Italia, dove i campionati si vincono prima di tutto in difesa. Questo “difettuccio” non ha impedito al boemo di diventare comunque l’idolo di tantissimi tifosi, nonostante qualche gol di troppo subito. Spettacolo e divertimento sono diventati i marchi di fabbrica, a discapito anche dei risultati sportivi.

Certamente Zeman è molto amato (e odiato) anche per essersi pronunciato per primo e con toni duri contro il calcio dopato. Ma questo è un argomento fin troppo vasto (e ritrito) per parlarne in questa sede.

Piuttosto concentriamoci sui suoi schemi.

Zeman gioca con il 4-3-3. Questo è un modulo che va molto di moda ultimamente, dopo che tra la fine degli anni ’90 e l’inizio delle scorso decennio la maggior parte delle squadre avevano preferito usare le ali di un centrocampo a 4. Inoltre, oramai, dopo tanti anni, il gioco del boemo ha perso quella carica di sorpresa e novità che lo aveva posto all’attenzione mediatica.

Nonostante ciò, il Pescara sta facendo vedere cose egregie nella serie cadetta e si sta candidando prepotentemente per la promozione nella massima serie.

 

Al gioco deve poter partecipare anche il portiere; è necesario che pure lui abbia una buona tecnica con i piedi, proprio per aiutare i difensori o centrocampisti che devono poter scaricare il pallone se necessario. Ma non è il possesso palla il cuore di questa tattica.

La squadra deve essere alta, deve aggredire i portatori di palla avversari e ripartire in velocità, soprattutto sulle fasce. Gli esterni dovranno cercare la punta centrale per fare sponda, in modo da liberarsi e provare il tiro. Il mediano centrale deve impostare tutta la squadra ed avere anche buone capacità di incontrista; le due mezzali devono salire per gli inserimenti e sradicare il pallone dai piedi degli avversari, er impedire loro di uscire dalla propria metà campo. La ripartenza veloce è la caratteristica principale di questo gioco. Diversa, per fare un esempio, è l’impostazione delle squadre spagnole che utilizzano con lo stesso modulo. Queste infatti mirano ad un prolungato possesso della sfera e a delle accelerazioni improvvise verso al porta avversaria, nella convinzione che mantenere il possesso palla impedisce agli avversari di poter fare gol.

 

Fra tutti, due giocatori di  questo bel Pescara stanno attirando le attenzioni degli osservatori: Insigne e Immobile: il primo è un trequartista del ’91 in prestito dal Napoli, l’altro è una prima punta del ’90 il cui cartellino appartiene alla Juve. Non è difficile prevedere che questi due giovani calciatori presto saranno tra i protagonisti della Serie A.

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