Esclusiva-Ciccio Caputo: “Immobile mi chiamò alla Lazio. Oggi manca un attaccante italiano come me”

L’ex attaccante Ciccio Caputo ha parlato ai microfoni di Soccermagazine ad una manciata di giorni dalla conclusione del campionato di Serie A.

Ciccio Caputo di sassuolocalcio.it
Ciccio Caputo – Fonte immagine: sassuolocalcio.it

Uno dei bomber più amati degli ultimi anni in Serie A è stato indubbiamente Ciccio Caputo, fresco di ritiro dopo la seconda esperienza all’Empoli. L’ex attaccante era balzato agli onori della cronaca soprattutto ai tempi del Sassuolo, quando ha conquistato anche la maglia della Nazionale. Caputo ha rilasciato così un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando del momento attuale del calcio italiano e della sua carriera.

Ormai il campionato è alle spalle e il Napoli ha vinto lo scudetto ai danni dell’Inter con un solo punto di vantaggio. Tu che conosci Antonio Conte dai tempi di Bari, come risponderesti a chi sostiene che gli azzurri siano stati avvantaggiati semplicemente dall’assenza delle coppe in questa stagione?

Sicuramente, conoscendo Antonio Conte ad ascoltare certe affermazioni si arrabbierebbe solamente. Sicuramente un po’ di vantaggio per quanto riguarda la mancanza delle coppe l’ha avuto il Napoli, anche nel preparare le partite perché ha avuto più tempo, ma secondo me soprattutto sotto l’aspetto fisico e mentale. Però alla fine hanno fatto un percorso per cui, secondo me, alla lunga lo scudetto l’hanno strameritato.

A proposito di Napoli, da mesi tiene banco l’interrogativo sul futuro di Giacomo Raspadori, tuo ex compagno al Sassuolo che ultimamente ha ritrovato spazio solo grazie alle defezioni altrui e alla partenza di Kvaratskhelia. In vista del mercato estivo, che soluzione suggeriresti per preservare quello che è a tutti gli effetti un patrimonio tecnico del club?

Secondo me Jack Raspadori è un giocatore che deve giocare, ha bisogno di giocare. Lui ha tantissime qualità, è un giocatore forte per me e sicuramente è un valore aggiunto per il Napoli. Nel calcio i giocatori vogliono sempre giocare, quindi alla fine sono scelte personali queste. Però io penso che un giocatore come Raspadori, a Napoli e con Conte, può fare molto, ma molto bene.

L’altra protagonista del campionato è stata l’Inter, che si è distinta anche in Champions. A gennaio Lautaro disse che questa era la peggiore stagione della sua carriera, alla fine ha chiuso con 22 goal complessivi di cui diversi decisivi. Da bomber, meglio segnare di meno e far vincere le partite oppure alla lunga i numeri possono diventare un’ossessione per gli attaccanti?

Allora, guarda… tu parli con uno che comunque in carriera ogni anno ha fatto goal. Per gli attaccanti quello che parla alla fine è il campo, no? Più goal fai e meglio è. Però tante volte sicuramente meglio fare qualche goal in meno e portare a casa qualche risultato in più.

Uno degli attaccanti più chiacchierati sul mercato adesso è Dusan Vlahovic: come ti spieghi la sua flessione alla Juventus di quest’anno?

Dusan per me è un grandissimo attaccante. Poi purtroppo nel calcio ci sono tantissime dinamiche che magari dall’interno dello spogliatoio e di una società non vengono fuori, ma ci sono tante dinamiche che possono incidere sulla testa di un giocatore, di un ragazzo. A me dispiace per lui perché comunque non ha fatto vedere le sue potenzialità alla Juve. Vuoi magari perché la squadra non è stata costruita adatta per lui, vuoi perché non si è inserito alla grande. Le dinamiche sono davvero tantissime, però secondo me Vlahovic rimane un giocatore importante.

Non è un mistero che in passato la Roma ti abbia cercato dopo i fasti col Sassuolo: pensi che sia stato quello il momento sliding door della tua carriera?

Sì. Dopo i 21 goal con il Sassuolo e quando fui convocato in Nazionale ci fu un contatto con la Roma, poi ci fu anche un contatto con la Lazio. Un po’ di contatti li ho avuti, però poi alla fine per svariate dinamiche sono rimasto a Sassuolo e ho fatto altre scelte.

Avevi raccontato che il Sassuolo chiedeva alla Roma tanti soldi e, come hai ricordato, tempo dopo eri stato contattato anche dalla Lazio: come mai il trasferimento in biancoceleste, invece, non andò in porto?

A me chiamò direttamente Ciro Immobile, perché noi siamo molto amici. Mi disse “Guarda, Ciccio. Cercano un vice per me e quindi io ho fatto il tuo nome perché per me sei un giocatore forte, sei italiano, conosci bene il campionato italiano. Noi giochiamo anche le coppe europee, quindi ci sarà spazio”. Io fui contentissimo di questa chiamata di Ciro, poi non s’è fatto più niente perché in quel periodo ero alla Samp, la Samp non mi volle cedere perché voleva dei soldi. Sappiamo benissimo che la Samp era in un momento di difficoltà e quindi andò a finire male anche questa possibilità.

Se una tra Roma, Lazio o Napoli ti avesse cercato l’anno scorso ad agosto, quando hanno iniziato un nuovo progetto tecnico tutte e tre, avresti accettato anche un ruolo di comprimario?

Assolutamente sì. Io non ho mai escluso questo, anzi. Mi sarebbe stato anche più comodo, forse, vista comunque l’età e viste anche le scelte. Perché se vengono piazze del genere come fai a dire di no? Però con tutta sincerità e franchezza non è mai accaduto e quindi ho fatto le mie scelte.

Anche se ti sei ritirato da poco, tanto che hai partecipato a questo stesso campionato, c’è già qualche attaccante di oggi nel quale Ciccio Caputo un po’ si rivede?

Eh, bella domanda! Diciamo che se parliamo di giocatori italiani, con le caratteristiche mie ne ho visti pochi. Nell’ultimo campionato di giocatori che attaccano gli spazi e la profondità e giocano per la squadra ne ho visti tanti, però sicuramente di italiano ne manca uno con le mie caratteristiche.

Negli ultimi anni eri riuscito a toglierti la soddisfazione di arrivare in Nazionale, ma già in precedenza eri diventato il volto popolare dello sport pulito, quando all’inizio della pandemia hai abbattuto quella barriera sociale che sembrava dividere la dimensione patinata del calcio da quello che stava accadendo nel resto del mondo. Essere diventato il bomber della gente ti ripaga di quello che ti è mancato in carriera?

Mah, sicuramente quel periodo là ormai mi rimarrà per sempre con la mia immagine. Sapete benissimo tutti il cartello che feci prima del lockdown e sicuramente questa cosa mi ha dato tanto. Sono contento perché ogni volta che si parlerà di questa parte negativa che abbiamo vissuto almeno ci sarà una piccola parte positiva che è stata il mio episodio, ecco.

Si ringrazia Ciccio Caputo per la cortese disponibilità.

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