Milan, è il momento di El Shaarawy
Arrivò in estate, El Shaarawy. Baby-attaccante dal talento non comune ma, forse, non ancora un campione. O forse no. Perchè in quel mercoledì di Coppa, contro il Novara, si è visto non un ragazzino, forte e altresì acerbo, ma un fuoriclasse. Che, quasi da solo, ha sfiancato gli avversari e deciso la partita. Con gol (uno ed un altro evitato solamente dai riflessi di Fontana), numeri d’alta scuola e una freschezza che, in questo momento, in tanti al Milan gli invidiano, nonostante, lontano dai campi per tanto tempo, non avesse il vigoroso ritmo partita dei più rodati compagni (contro il Novara ha giocato 120 minuti, più della metà di quelli disputati finora in stagione: 210 in campionato in 8 presenze, coronate dalla rete contro l’Udinese). E i crampi non l’hanno fermato, come non lo hanno fatto i malcapitati difensori avversari. Ecco perchè il momento degli indugi è finito. Quello dello spettatore non pagante in panchina, per il Faraone, anche. Momenti, attimi cui Allegri, chissà, starà ripensando, pentito di non aver puntato sull’ex Genoa fin da prima. Allegri che, però, era stato se non profetico, quasi:“Vi stupirà” disse al ritorno dal caldo e dagli sfarzi di Dubai, una manciata di settimane orsono. Detto, fatto. E non è ancora finita. Con Cassano lungodegente, Pato nuovamente ai box e la posizione di trequartista desolata e priva di sani interpreti, a Ibrahimovic e Robinho potrebbe affiancarsi proprio il numero 92 rossonero, per un tridente spregiudicato e stimolante. Adesso è il suo momento. La coperta, in avanti, è corta. Troppo per non poter comprendere anche lui, l’italo-egiziano che da bambino sognava il Milan e che ora, il suo sogno, lo sta vivendo.