Esclusiva-Edoardo Grassi: “Goetze il miglior talento tedesco, Bayern Monaco e Borussia Dortmund protagoniste in Champions. Difficile trovare un sostituto a Loew”

La Redazione di Soccermagazine.it ha contattato, in esclusiva, il noto giornalista della testata sport di Mediaset Edoardo Grassi, per commentare la prima parte del campionato tedesco (ora fermo per la sosta invernale)  e illustrandoci inoltre la situazione della Nazionale tedesca.

Edoardo Grassi
Edoardo Grassi

 

Il campionato tedesco ha avuto una straordinaria ed evidente esplosione dopo i Mondiali disputati in Germania nel 2006. Crede che le motivazioni siano da ricercare anche in eventi precedenti?

“La Bundesliga è il campionato di calcio al mondo (con oltre 45.000 di spettatori a partita) con gli stadi più pieni, stadi belli, sicuri e comodi che invitano a vedere la partita dal vivo, anche perchè la tv è meno invasiva che da noi e mai becera, quindi ne diventa il valore aggiunto. Tutto questo ha aiutato il calcio tedesco a crescere e ad offrire un prodotto sempre più attraente ed il Mondiale del 2006 ha certamente fatto da volano al fenomeno, in termini mediatici e, più in generale, di promozione. Sul piano tecnico invece il campionato del mondo di sette anni fa ha inciso relativamente. Da questo punto di vista è stata fondamentale la riforma del settore giovanile a cavallo tra fine secolo e 2000 e le ‘cantere‘ che i club professionistici devono allestire per regolamento permettono di avere un serbatoio di giovani sempre attivo”.

 

Il Bayern Monaco, dopo qualche anno di pausa, sembra tornato a dominare la massima serie tedesca. Pensa che in un prossimo futuro qualche squadra possa spezzare questa egemonia?

“Il Borussia Dortmund, al momento, credo sia l’unica squadra in grado di rendere difficile la vita al Bayern Monaco, come ha ampiamente dimostrato nelle ultime due stagioni vincendo, e sempre alla grande, il Meisterschale. La differenza tra i due colossi del calcio tedesco sta però, a mio modo di vedere, nella differente possibilità di essere competitivi ai massimi livelli su entrambi i fronti, e cioè campionato ed Europa. L’attuale Bayern, dopo aver allargato la rosa, può pensare in grande a 360 gradi – vedere per credere l’andamento di questa stagione e del campionato quasi già vinto – mentre i gialloneri, che hanno una panchina meno profonda, devono necessariamente fare una scelta: l’anno scorso hanno puntato tutto sulla Bundesliga, in questa stagione hanno nel mirino la Champions che stanno vivendo da assoluti protagonisti”.

 

Il momento di flessione del Wolfsburg, incredibilmente calato dopo il titolo di 4 anni fa. Pensa possa essere risucchiato nella lotta per non retrocedere?

“Tante concause hanno propiziato il primo ed unico titolo del Wolfsburg che, anche con budget molto interessante da gestire, non è più riuscito ad uscire da un’orbita medio-bassa rischiando anche, due anni fa, la retrocessione, evitata praticamente all’ultima giornata. Questo sembra essere il destino anche di questa stagione, tuttavia la classifica attuale, con sette punti di vantaggio sulla terz’ultima, la rosa di buon livello e la filosofia di gioco dell’allenatore Dieter Hecking, appena arrivato, sembrano mettere al riparo da disastri futuri”.

 

La Germania è ricca di giovani talenti, pensiamo a Goetze, Draxler, Reus e tanti altri. Chi ritiene il migliore?

“Mario Goetze che, come dicono i tedeschi, sembra nato a Copacabana, ha raggiunto a 20 anni il punto di equilibrio tecnico-atletico per essere considerato ora il vero Weltklasse Spieler, cioè il top player, della nidiata di fuoriclasse dell’ultima generazione”.

 

Passiamo alle competizioni europee: chi vede meglio in Champions tra Borussia Dortmund e Bayern Monaco? Ed in Europa League c’è qualche squadra che può ambire alla conquista della coppa?

“Dopo lo schiaffone preso in pieno volto all’atto finale dell’ultima Champions League, il Bayern Monaco ha allungato la panchina ed inserito il tassello che gli mancava nel mosaico, e cioè Javi Martinez nell’ombelico di centrocampo accanto a Schweinsteiger. Credo sia pronto per un altro credibile assalto alla coppa, anche alla luce dell’ottimismo generato da un campionato finora assolutamente dominato. Ha più variabili, e quindi meno certezze, il Borussia Dortmund, che paragonerei alla Juventus, come mentalità, proposta di gioco, entusiasmo e anche però limiti di esperienza ai massimi livelli. Non credo invece ad una possibile vittoria tedesca in Europa League anche se, delle quattro squadre di Bundesliga in corsa, il Bayer Leverkusen ha le credenziali per andare avanti. Ma dipenderà soprattutto da come saprà gestire il doppio binario Europa-campionato dove ha buone possibilità di conquistare il secondo posto finale”.

 

Situazione Nazionale: la gestione Loew continua a portare un ottimo gioco ma pochi risultati nelle competizioni che contano. In un prossimo futuro potrebbe esserci un cambiamento alla guida della Deutsche Fußballnationalmannschaft?

“In Germania, per quanto ancora apprezzatissimo, Joachim Loew è considerato prossimo alla fine del ciclo, che arriverà subito dopo il Mondiale in Brasile. C’era già, in ambito federale, chi avrebbe voluto giubilarlo dopo l’Europeo finito male contro gli azzurri, una partita sbagliata soprattutto nell’approccio, ed i malumori sono cresciuti all’indomani dell’incredibile pareggio nelle qualificazioni mondiali contro la Svezia, da 4-0 a 4-4, davanti all’allibito pubblico dell’Olympiastadion di Berlino. Ma Loew in questi anni ha portato gioco, mentalità e personalità e non sarà facile raccoglierne l’eredità.  anche per questo che la Federcalcio tedesca va sempre con i piedi di piombo quando si cerca di individuare un nuovo commissario tecnico”.

 

E su Klose e Gomez? Chi vede nel futuro al centro dell’attacco delle Nazionale, data la non più giovanissima età di entrambi?

“Dietro a Klose e a Gomez non c’è molto: il calcio tedesco abbonda di trequartisti e di mezze punte, ma non offre una grande quantità di attaccanti puri. La figura più interessante è certamente quella di Stefan Kiessling del Bayer Leverkusen, che nell’anno solare 2012 in Bundesliga ha segnato tanto, 27 gol in 43 partite, una media inferiore solo a quella di giocatori di nazionalità straniera e cioè, nell’ordine, Huntelaar, Lewandowski, Ibisevic e Dost.  E’ un realizzatore versatile, dal repertorio completo e a 28 anni può diventare un punto di riferimento fisso anche in nazionale, da subito”.

 

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