Lazio, va in onda la Petkovisione

Trecentosessanta minuti.

Fonte immagine: Giorgio Catani

Tanto è servito a Vladimir Petkovic per vincere lo scetticismo iniziale e convincere la Roma biancoceleste. Quattro le vittorie della sua Lazio in altrettanti incontri ufficiali giocati in questo avvio di stagione. Se la doppia vittoria con gli sloveni del Mura 05 nei preliminari di Europa League poteva considerarsi un’indicazione poco attendibile data la scarsa caratura dell’avversario, i tre punti conquistati a Bergamo nel primo impegno di campionato e soprattutto la roboante vittoria alla seconda giornata contro il Palermo in occasione dell’esordio casalingo, hanno portato alla ribalta dell’Italia pallonara la Petkovisione. Corsa, pressing, palla a terra e sovrapposizioni. Estetica e concretezza. Questa la ricetta del tecnico bosniaco venuto dal nulla che in appena un mese e mezzo è riuscito a tramutare il freddo benvenuto del pubblico biancoceleste in applausi a scena aperta. “Petkovic la la la la la la” è il coro che domenica scorsa si è alzato dalla curva nord, il cuore del tifo laziale, mentre in campo la Lazio impartiva una vera e propria lezione di calcio ai rosanero allenati da Sannino. Eppure, all’inizio, l’avventura del tecnico bosniaco non era certo cominciata nel migliore dei modi. Quattro sconfitte in altrettanti match amichevoli disputati contro squadre di primo livello durante il precampionato con nove reti subito e zero gol segnati, avevano fatto suonare un campanello d’allarme dalle parti di Formello. Certo, si trattava di calcio d’agosto. Ma il credo dell’ex tecnico del Sion stentava ad essere assorbito dagli interpreti sul rettangolo di gioco. In particolare, la difesa alta e la ricerca spasmodica del fuorigioco creavano non pochi grattacapi a Marchetti e soprattutto ai tifosi biancocelesti tra i quali serpeggiava la paura di vivere l’incubo vissuto dai cugini giallorossi nella scorsa stagione targata Luis Enrique.

 

Ed invece, arrivato il momento degli impegni ufficiali, si è assistito ad una metamorfosi. Una squadra vogliosa, ricca di fosforo, che al bel gioco aggiunge concretezza e facilità di corsa. Merito di Petkovic che, resosi conto dell’importanza e difficoltà del palcoscenico della Serie A, ha saputo per sua stessa ammissione fare una parziale retromarcia ed andare incontro alle caratteristiche ed esigenze degli uomini in rosa. 4-1-4-1 il modulo scelto dal tecnico di Sarajevo, con Ledesma ed a turno uno tra Gonzalez e Mauri a garantire protezione alla difesa e Candreva e Hernanes liberi di agire negli spazi per garantire i rifornimenti a Klose. Proprio Hernanes e Gonzalez, insieme a Lulic, sembrano essere almeno in questo avvio di stagione gli uomini cardine del Petkopensiero. La duttilità dell’esterno sinistro, connazionale del mister biancoceleste e che lo stesso Petkovic aveva avuto modo di allenare in Svizzera ai tempi dello Young Boys, ha consentito al tecnico bosniaco di sopperire alla carenza di un terzino sinistro e ciò, insieme alla concretezza e sostanza dell’instancabile Alvaro Gonzalez ha consentio di riportare Hernanes al suo ruolo di interno di centrocampo, seppur avanzato e libero da impegni di copertura, dove il brasiliano in queste prime uscite stagionali sembra aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Il ritorno alla forma ottimale di Dias e Biava, un Konko sopra le righe, il solito Mauri e sua maestà Miro Klose completano l’oprea che Petkovic ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Professionale, serio, mai sopra le righe, Petkovic chiede sacrificio (è ormai famosa la sveglia alle sette di mattina con annessi cinque chilometri di corsa intorno al lago di Misurina durante il ritiro di Auronzo di Cadore) e concentrazione per poter raggiungere risultati. Che ad oggi dicono accesso alla fase a gironi di Europa League e sei punti su sei all’attivo in campionato frutto di quattro gol messi a segno ed uno zero alla voce gol subiti che ha reso più tranquilli i tifosi laziali. Siamo a settembre ed è presto per fare bilanci. Ma ad oggi la strada imboccata seguendo la Petkovisione sembra proprio essere quella giusta.

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