Conte: “Sogno il rinnovo. La terza stella? Ha solo un valore simbolico”

Antonio Conte non si ferma qui.

Foto di F1fans - Wikipedia

Punta in alto, alla riconferma, magari già dal 21 maggio, il giorno dopo la finale di Coppa Italia che vede la sua Juventus strafavorita contro un Napoli scarico moralmente e fisicamente dopo la delusione di una mancata qualificazione Champions. Il tecnico bianconero si confessa a 360° ai microfoni di Sky Sport. Ecco quanto evidenziato da SoccerMagazine.it: “L’abbraccio finale a Trieste con i miei collaboratori è il ricordo più significativo di questo scudetto, ma anche l’affetto della gente: a Torino, per salutarmi, sono capaci di tirare il freno a mano mentre sono in marcia con la macchina”. Momenti difficili? “Troppi da raccontare, sopratutto quando eravamo a -4 e a -7 dal Milan. Ma la voglia di rivalsa è cresciuta dopo aver sentito Allegri che parlava della seconda stella. Ho pensato: “Questi ci credono davvero!”. Addio di Del Piero e il ritorno di un grande Buffon: “Alex è un campione, per me era un giocatore che, appena entrava, mi risolveva i problemi. Sono stato accusato di utilizzarlo con il contagocce e credo che ci aiuterà a mantenere l’imbattibilità anche nella finale di Coppa Italia. Buffon è tornato al centro del progetto, lui come lo stesso Del Piero e Pirlo. Giocatori del genere devono sentire delle responsabilità forti per dare il meglio sul campo. Mi hanno aiutato molto, sotto ogni punto di vista”Sulla questione della “terza stella”: “Ha un valore simbolico. Questo scudetto sarà importante per me, è il primo da allenatore, ma guardo al futuro”. Contratto: “Ne parleremo dopo la finale di Coppa Italia, ma c’è la massima serenità da entrambe le parti”. Prima da giocatore, poi da allenatore, un pezzo di storia della Juventus: “Ci pensavo l’altro giorno e non ci credevo. Dicevo tra me e me “Sono l’allenatore che ha appena vinto lo scudetto” ed ero letteralmente incredulo, ma è stata una bella sensazione. Quando appesi le scarpette al chiodo sapevo in cuor mio che sarebbe stato solo un arrivederci, e non un addio”.

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