Diluvia su Benitez. Atalanta Napoli 3-0

Il Napoli non vince più e le attenuanti sono quasi finite.

Fonte: flickr.com Autore: Liotro
Fonte: flickr.com Autore: Liotro

La piovosa domenica bergamasca lava via ogni patina di superficialità e mette a nudo tutti i difetti degli azzurri. Che l’Atalanta sia sempre stato  un ostico avversario, sopratutto in trasferta, risulta lapalissiano dall’analisi dei precedenti ma nessuno si sarebbe aspettato una così pessima prestazione. Benitez, in previsione della sfida con il Milan della prossima settimana, sceglie di lasciare in panchina Hamsik, Jorginho ed Higuain (questi ultimi due diffidati) affidandosi a Pandev, Dzemaili e il giovane Zapata. Ma il grigiore e la poca produttività del gioco azzurro delle ultime settimane non trova alcun giovamento da questo turn-over, anzi, condiziona negativamente la buona stabilità di tenuta dimostrata fino ad oggi. La partita è quasi noiosa con il solito palleggio azzurro in possesso chiuso da un’ermetica Atalanta istruita a dovere da mister Colantuono. Poche le ripartenze nerazzurre; i padroni di casa si limitano a presidiare la propria area di rigore. Ma il solito grigio Napoli del girone di ritorno sembra essere addirittura peggiorato. Zapata è un altro giocatore rispetto ad Higuain, per fisico e caratteristiche tecniche e soffre un gioco fatto di scambi veloci ed inserimenti. Il centrocampo, con Jorginho in panchina, è tornato il solito grosso difetto dei partenopei a dimostrare, forse, che qualche altro acquisto in reparto, nel mercato di gennaio, non avrebbe guastato. Il primo tempo finisce nel più assoluto anonimato ma serve all’Atalanta per capire che la partita è apertissima e vale la pena giocarsela. Il solito Benitez non cambia tra un tempo e l’altro ed il Napoli riscende in campo identico negli uomini e nel gioco. L’Atalanta invece è rinvigorita da un buon primo tempo di contenimento e accende i riflettori sui difetti degli azzurri. Dopo appena due minuti Dzemaili commette un clamoroso errore in impostazione favorendo l’accorrente Denis; l’attaccante si avvicina all’area e lascia partire un forte destro non trattenuto da Reina. Palla sotto il corpo del portiere spagnolo ed è il vantaggio per i padroni di casa. Ma andare sotto può capitare. Succede, spesso, anche alle grandi squadre che si dimostrano all’altezza dell’attributo con risposte degne di nota. Ma sul Napoli piove, non solo climaticamente, ed il gol non scaturisce reazioni opposte e contrarie. Potrebbe essere il momento di cambiare le carte in tavola ma la panchina azzurra resta al suo posto, Benitez ha deciso così. Al 64° il Napoli è ancora in affanno, l’Atalanta mette una palla in area che arriva sui piedi di Inler; lo svizzero cambia casacca per un secondo e fornisce un assist a scavalco degno di Messi al solito Denis che tira, segna e ringrazia. Atalanta due, Napoli zero. A questo punto un segnale dalla panchina sembra inevitabile ma ancora niente, Benitez non da segni di vita. Al Napoli bastano solo altri sei minuti per confermare il dato della partita. Questa volta tocca a Fernandez favorire l’Atalanta; il difensore, infatti, scivola in area su una facile copertura e Maxi Moralez non perdona battendo Reina per la terza volta. Il Napoli è alla deriva e senza canotto di salvataggio. A questo punto il coach spagnolo inserisce Jorginho per Dzemaili e il nuovo acquisto Ghoulam per Reveillere, ma forse è troppo tardi; il Napoli ha già tirato i remi in barca. La partita si trascina fino al novantesimo con un’Atalanta quasi restia a continuare ad offendere e si chiude sotto una pioggia battente d’acqua e di fischi dei quattrocento napoletani in amara trasferta. Colantuono, dopo Catania e Verona, ottiene la terza vittoria consecutiva, quella che vale di più indirizzando la sua Atalanta verso una salvezza tranquilla. Il campionato italiano si vince con le piccole, scrisse qualcuno, ed oggi nessuna frase pare risultare più vera. Questo Napoli non è da campionato, si attende almeno quello da Champions’ League.

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