Esclusiva-Paolo Del Genio: “Cavani non ha capito nulla di Napoli. Utopia fare squadra tra i giornalisti”

Noto giornalista dell’ambiente partenopeo, da tempo tra i volti principali di Canale 8, Paolo Del Genio ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine.it. Del Genio ha parlato con noi di diversi temi relativi al Napoli, non risparmiando schiettezza ed accuratezza critica.

Paolo Del Genio: da qualche tempo è anche direttore responsabile di 100x100napoli.it
Paolo Del Genio: da qualche tempo è anche direttore responsabile di 100x100napoli.it
Cos’è che finora le è piaciuto di più del Napoli di Benitez rispetto a quello di Mazzarri?
E’ un calcio diverso. Anche Mazzarri riusciva ad ottenere dalla squadra quello che chiedeva, ed è quello che è importante per un allenatore. Mazzarri c’è riuscito subito ed anche Benitez pare ci sia riuscito subito. E’ un calcio diverso, non farei un confronto: direi che quello di Benitez è il calcio di una squadra che ha ambizioni più importanti, perché è il calcio tipico di una squadra che vuole imporsi sempre, quello di Mazzarri era il calcio di una squadra che aveva buone potenzialità, però, insomma, aveva dei limiti, invece questo di Benitez è un calcio che se accompagnato dalla tecnica può davvero portare a traguardi eccezionali.
 
Secondo lei i mancati acquisti di un altro difensore e di un centrocampista nella sessione di mercato estiva potrebbero creare problemi da qui a gennaio, considerando anche l’impegno nel girone di Champions?
Spero di no, ma il rischio c’è, perché se non tutte le alternative ai titolari risponderanno in maniera adeguata, potrà esserci il rischio di qualche titolare un po’ troppo sotto pressione. Certo, con un difensore in più, anche maggiormente affidabile, ed un centrocampista in più che poteva alternarsi a quei 2-3 che ci sono ed un attaccante che offriva più garanzie le cose potevano lasciare un margine di rischio minore. Ora il margine di rischio è abbastanza elevato, però può darsi pure che vada tutto bene, cioè che Fernandez, Radosevic, lo stesso Zapata, quando saranno chiamati in causa, riusciranno a fornire le prestazioni che la società spera che loro possano fornire.
 
In questo momento Insigne e Maggio sono fissi nel giro della Nazionale, ma per anni si è parlato della mancata convocazione di Paolo Cannavaro, al quale Prandelli ha spesso preferito anche coetanei come Bovo, Gastadello e Lucchini: lei come se lo spiega?
Io penso che il rendimento di Cannavaro nelle ultime stagioni sia stato superiore, oggettivamente, a quello dei tre giocatori che hai citato, quindi evidentemente era una scelta tecnica – non posso ritenere che ci siano altre motivazioni -, rispettabile: Cannavaro non è Beckenbauer, e quindi non è detto che bisogna convocarlo, però proprio per i nomi che sono stati convocati, confrontando con quelli, sicuramente la sua chance l’avrebbe meritata.
 
Ad ottobre proprio la Nazionale tornerà a Napoli dopo 7 anni: secondo lei il San Paolo è pronto ad accoglierla o i napoletani ne approfitteranno per far avvertire il loro sentimento di rivalsa nei confronti del Nord, come accaduto un anno fa nella finale di Coppa Italia?
Non lo so, su questo sinceramente non riesco a prevedere il comportamento dei napoletani perché il comportamento del pubblico, oramai, un po’ dovunque non è un comportamento unico. Ci sarà chi vorrà andare a vedere la partita, chi vorrà fischiare, chi vorrà applaudire, chi vorrà fare uno striscione di contestazione, chi se ne starà proprio a casa perché non gli interessa la Nazionale, quindi ci sono vari modi di leggere le situazioni, dunque è difficile mettere sotto un’unica etichetta tutta la tifoseria napoletana e dire cosa farà.
 
Due anni fa si ipotizzò di assegnare la maglia numero 10 a Lavezzi e di recente, sulla scia di quanto fatto dalla Juve con Tevez, si era pensato anche a darla ad Higuain, ma secondo lei se un Hamsik od un Insigne portasse a Napoli un trofeo importante quella maglia potrebbe trovare finalmente un nuovo padrone?
No, io sono contrario al fatto che vadano ritirate le maglie, diciamo nel 99% dei casi. Il caso in cui sono favorevole invece è il caso di Maradona, perché senza Maradona il Napoli a quest’ora avrebbe vinto 0 scudetti, non avrebbe vinto mai una coppa internazionale come la Coppa UEFA, quindi io penso che Maradona abbia fatto qualcosa che abbia cambiato la storia della società. Gli altri giocatori, per quanto importanti… Tu citavi l’esempio di Del Piero: Del Piero è stato un grandissimo campione, però la Juve ha vinto prima di lui e dopo di lui. Il Napoli non ha vinto prima di Maradona, e ancora deve vincere dopo Maradona. Però anche se dovessero vincere quelli che tu hai menzionato, probabilmente vincerebbero grazie ad un discorso molto, molto legato al collettivo, alla mano dell’allenatore, invece la sensazione è che al Napoli di Maradona potevi togliere altri, ma non certo Maradona, e quindi credo che non si possa più mettere sul piatto quella maglia.
 
E invece se fosse rimasto Cavani, dopo qualche anno?
Non se ne parla proprio. Non se ne parla proprio anche perché quando devi avere un riconoscimento del genere devi anche saper leggere l’umore della piazza, della città. Maradona era diventato Napoli, più napoletano di tutti, capiva cosa significava la voglia di rivalsa dei napoletani quando si andava a giocare al Nord. Cavani non ha capito nulla di tutto questo, quindi Cavani poteva segnare anche 200 goal, eravamo felici quando giocava, ma non l’avrei visto nemmeno capitano, figuriamoci con la numero 10. Hamsik forse merita più un ruolo di capitano perché è un giocatore che comunque si sta legando alla piazza molto, e capisce bene qual è il nostro umore; Cavani invece si vedeva che era uno che viaggiava su binari tutti suoi, quindi lo ringraziamo per quello che ha fatto, ma nessun riconoscimento particolare credo meritasse.
 
Più di una volta lei ha parlato chiaramente dell’ambiente dell’informazione. Napoli sembra trascinarsi ancora dietro un certo provincialismo e diverse testate e giornalisti purtroppo si divertono a punzecchiarsi tra loro per emergere a livello locale e non solo. Secondo lei i media napoletani sono seriamente pronti per il nuovo Napoli internazionale di De Laurentiis?
Su questo ti potrei dire le stesse cose che ho detto quando mi hai fatto sulla domanda della reazione dei tifosi alla Nazionale. Per me non si può mai parlare dei tifosi del Napoli perché esistono mille sottocategorie molto diverse, agli antipodi tra loro, lo stesso è per i giornalisti napoletani. Ma non sono bravi o non bravi, maggiormente preparati tecnicamente o maggiormente preparati sul gossip, capaci di scrivere o non capaci di scrivere, ci sono quelli che si improvvisano a farlo… Insomma, sono talmente tante che qualcuno che si improvvisa è più bravo di qualcuno che lo fa da 30 anni, quindi c’è tutto ed il contrario di tutto, e dunque non me la sento mai di parlare della categoria dei giornalisti napoletani, se sono buoni o cattivi; caso per caso si può analizzare, ma, insomma, mi tocca analizzare i calciatori… faccio il critico di calcio, non il critico dei giornalisti.
 
Non conviene sul fatto che bisognerebbe fare più squadra, anche considerando che adesso il Napoli ha più visibilità?
No, non è che non convengo, ma è talmente un’utopia che è un non-argomento. Come si fa a fare squadra? Siamo 300, che facciamo? Ci riuniamo al Palasport e ci mettiamo d’accordo su come seguire il Napoli? Ognuno viaggia per la sua strada, ognuno lo deve fare. Io penso che se il Napoli è una società forte, l’allenatore è bravo ed i giocatori sono bravi, quello che dicono i giornalisti conta zero, incide zero. Sono le società deboli, i giocatori e gli allenatori deboli che si fanno influenzare dai giornalisti, dall’ambiente; le società forti vanno avanti per la loro strada, quindi diciamo che da tifoso, in questo momento che la squadra è forte, non sono preoccupato da quello che dico io o dicono gli altri colleghi. Non conta nulla. Lo facciamo perché è giusto farlo, ci piace parlare di calcio, ma non incide secondo me. Ci sono colleghi che si sopravvalutano e sopravvalutano le loro parole che pensano che le loro parole possano portare a cambiare il rendimento di una squadra.
 
I TESTI E I CONTENUTI PRESENTI SU SOCCERMAGAZINE.IT POSSONO ESSERE RIPORTATI SU ALTRI SITI SOLO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE. OGNI VIOLAZIONE VERRA’ PUNITA.

Per rimanere aggiornati sulle nostre altre esclusive, vi consigliamo di seguire la pagina fan di Soccermagazine su Facebook.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy