Fiorentina – Borja Valero è sicuro: “Per lo scudetto bisogna lottare. Nazionale? Ormai non ci credo più…”

Di seguito vi proponiamo l’intervista di Borja Valero al quotidiano spagnolo Marca. Il centrocampista della Fiorentina parla di Serie A, nazionale, Giuseppe Rossi e di ‘discriminazione territoriale’, argomento ormai all’ordine del giorno nel nostro paese.

 

Fonte immagine: Violachannel.tv
Fonte immagine: Violachannel.tv

Lo scorso anno è stato il giocatore più ‘regolare’ in A dietro Totti e davanti a Pizarro…
Questo vuol dire che qualcosa di buono la stiamo facendo. Il calcio è uno sport di squadra e senza la mia squadra non potrei giocare così. È un onore per me essere in lista con Pizarro che è stato il mio punto di riferimento quando sono arrivato in Italia.

 

Se il Villarreal non fosse retrocesso l’Italia non l’avrebbe scoperta…
Sicuramente, ma da ogni situazione della vita dobbiamo trarre il meglio. La retrocessione del Villarreal mi permise di aprire le porte all’Italia e ogni giorno sono più felice per la decisione presa.

 

Si sente un po’ l’Iniesta d’Italia?
No, perché Iniesta è incomparabile per chiunque.

 

Lei ha detto in passato che solo due squadre potrebbero farle cambiare maglia oggi. Quali?
Non posso dirlo, sono due squadre che sogno sin da bambino, ma se i sogni si dicono poi non si compiono.

 

Quindi se arrivassero le offerte di Juve, Bayern o PSG non le prenderà in considerazione?
Sinceramente credo che sia difficile che arrivino offerte del genere.

 

La Fiorentina può vincere lo Scudetto?
Credo che siamo ancora uno scalino sotto alle favorite, ma possiamo giocarcela. Dobbiamo confermare innanzitutto quanto di buono fatto lo scorso anno.

 

Capitolo Pepito Rossi: solo Ronaldo è tornato a giocare bene dopo un infortunio così grave. È un ragazzo forte soprattutto mentalmente?
Fisicamente non è ancora al massimo ma ha già dimostrato di essere fortissimo mentalmente. La famiglia, gli amici, la passione per questo sport lo hanno aiutato a tornare, senza dubbio è uno dei migliori attaccanti al mondo.

 

Come valuta il suo compagno Marcos Alonso?
È complicato rubare oggi il posto a Pasqual, ma può ritagliarsi il suo spazio. Per lui come per Joaquin è stato difficile ambientarsi all’inizio, ma ora sono integrati alla perfezione.

 

Chi preferisce per il Pallone d’Oro?
Forse Ribery, perché è a capo di una squadra che ha vinto e vince tutto.

 

Del Bosque non è venuto a vederla giocare?
No, non credo. La nazionale è un capitolo quasi chiuso, so che il tecnico ha la sua lista di giocatori che non cambierà, e comunque io non sono nelle eventuali alternative. Lo scorso anno avrei potuto avere qualche possibilità, ma non ci fu nessuna chiamata.
Non credo in una convocazione oggi, non mi ossessiona, ma continuo a lavorare; se arrivasse sarebbe solo un premio per quanto fatto.

 

In Italia si chiudono le curve per “discriminazione territoriale”; che ne pensa?
In Spagna cori del genere si sentono in quasi tutti i campi. Forse si da troppa importanza a chi non la meriterebbe.

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