Il Campionato secondo Soccermagazine: piccoli Lord crescano

Urla, veleni e polemiche fanno da contorno ad un ventiduesimo turno di Campionato che regala agli occhi degli spettatori della Serie A una giornata ricca di gol e colpi di scena su tutti i dieci campi impegnati.

 

Antonio Conte Fonte immagine: ViolaChannel.tv
Antonio Conte Fonte immagine: ViolaChannel.tv

 

Un campionato che sembrava potersi chiudere quando Alberto Paloschi ha inflitto a domicilio la prima sconfitta alla Lazio di Petkovic ed Hernanes, dopo sedici gare di imbattibilità, occasione che invece la Juve, tra le infinite proteste, non ha saputo sfruttare, cavando dalla gara interna con il Genoa “solo” un pari, prova di quanto “l’aria di Genova” possa non portare bene alla banda Conte che, nei due scontri interni con rossoblu e blucerchiati, ci ha guadagnato appena un punto.

 

Erano sei i punti di vantaggio sulla seconda allora, ma sono passati ad essere tre quando Cavani ha siglato poco prima della fine del match la vittoria esterna di un Napoli che ha avuto la forza di battere un Parma rullo compressore nelle gare interne fin qui disputate.
La stessa Juve può testimoniare.
E se la squadra di Mazzarri crede all’impresa, un po’ ci crede anche quella di Allegri, anche se in modo diverso: il Milan è la squadra forse più in forma di questo periodo, con un ruolino di marcia da Scudetto nelle ultime dieci partite.
Peccato se ne siano disputate altre dodici prima.
Comunque sia, l’Allegri che fino a due mesi fa pareva essere in partenza, adesso è in rampa di lancio e sogna nell’inaspettata rimonta.

 

Faccia attenzione però, che alla rimonta ci aveva sperato anche la Roma, passata in poco più di venti giorni dal guardare alla zona Champions a valutare un possibile esonero di Zdenek Zeman.
Il pareggio di Bologna, primo esterno per la stagione giallorossa e ricco di gol come il boemo comanda, sembra non essere stato digerito da dirigenza e tifosi, preoccupati che il progetto tanto acclamato stia prendendo una brutta piega.
Brutta piega come quella della Fiorentina di Montella a cui nel 2013 sembra non ne vada bene neanche una: un solo punto in quattro partite, e preoccupanti passi indietro dopo i primi quattro mesi di Campionato passati a fare la Cenerentola del torneo con sogni da prima della classe.
Periodo difficile, come sembra esserlo quello di Stramaccioni: l’allenatore romano impatta col Torino nel posticipo, vede la Lazio ancora distante una partita, ma soprattutto i cugini rossoneri arrivare in fretta e furia dietro di loro.
I mal di pancia di uno Sneijder che non c’è più non potevano essere l’unico motivo delle recenti brutte prestazioni nerazzurre.

 

Continua a vincere l’Udinese di Guidolin che ha nel giovane Muriel il suo nuovo Sanchez. A sprofondare il Siena sempre più ultimo e fanalino di coda del torneo.
Sopra i toscani, fatica il Palermo che a Cagliari sogna di trovare la prima vittoria esterna di questa stagione, sogno che s’infrange allo scadere nel colpo di testa di Thiago Ribeiro che vale il pareggio finale.
Era il giorno di Riccardo Garrone, scomparso la scorsa settimana e per cui l’intero mondo del calcio si è fermato per un attimo, lungo e toccante.
Un uomo sincero, leale, che aveva dato alla Samp forse più di quanto la Samp avesse dato a lui: sei gol per ricordarlo, con un poker di Mauro Icardi, giovane stella della cantera del Barcellona che al Presidente piaceva tanto e che tanto entusiasmo potrebbe riportare dalle parti di Marassi.

 

Fonte: inter.it
Fonte: inter.it

Un uomo Garrone, ultimo esempio forse di quei Presidenti-Papà che hanno dominato il calcio nell’ultimo ventennio.
Non gli appartenevano troppe polemiche, come quelle andate in scena allo Juventus Stadium o alla Is Arenas, tra sabato e domenica.
Il presidente Agnelli, rampollo e primo esponente della nuova classe di presidenti del nostro calcio, ha affermato che non si può pretendere dagli addetti ai lavori di comportarsi come Lord al termine di una partita tanto vissuta come quella vista sabato sera.
Forse si sbaglia, forse sarebbe un obbligo per chi, Lord di sangue o meno, ha una risonanza nazionale e internazionale, ed esporta il nome del calcio italiano anche all’estero; per chi guadagna cifre fuori dall’immaginario comune ed è preso ad esempio da chi a questo mondo si approccia.
Forse sarebbe bene che tutti nell’Italia pallonara si trasformassero in piccoli Lord; lo stile British va sempre di moda e non lascia alcun veleno.

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