Catania, a valanga Pulvirenti: “Strane illazioni dai media, la salvezza è ancora possibile”
“Purtroppo le cose non vanno bene e ho deciso di parlare perché ho sentito delle strane illazioni”. Conferenza stampa a sorpresa per il presidente del Catania, Nino Pulvirenti, che continua a credere nella salvezza nonostante una classifica difficilissima.

“Abbiamo avuto realmente difficoltà a fare gli allenamenti, gli infortuni quest’anno sono stati troppi – evidenzia – I nostri uomini, quelli che consideravamo fondamentali, non sono riusciti a giocare con continuità. Almiron ha giocato solo 13 partite, Izco e Bergessio 20, Bellusci 14, questa si chiama sfiga. Hanno fatto miracoli e se ci troviamo ancora in corsa e’ grazie allo spirito di sacrificio di questi ragazzi. Non avete idea delle ‘palle’ che ha Bergessio, perché ha giocato 3 partite con un dito rotto e dieci minuti con una frattura al perone per non lasciare la squadra in 10, non voglio sentir dire che non ha coraggio”.
La salvezza, dunque, è ancora possibile: “è successo che la fortuna non è mai stata dalla nostra, che le partite non sono andate bene e quindi è successo che la classifica e’ diventata pesante e i ragazzi sbagliano anche le cose più semplici. Noi ci crediamo, masolo stando uniti riusciremo a salvarci e a salvare il patrimonio della serie A”.
Pulvirenti fa anche mea culpa (“può darsi che la societa’ abbia sbagliato, ma lo diremo a fine stagione”) ma sulla questione attaccanti spiega che “Maxi Lopez è andato via per problemi personali, non poteva più stare a Catania, dove non riusciva più a trovare serenità. Non è arrivata un’alternativa perché l’avevano in squadra: Castro, Leto che da punta centrale ha fatto 16 gol, e Petkovic, il giovane più richiesto dalla B, dal quale ci aspettavamo di più”.
Pulvirenti salva i tifosi e punta il dito contro i media (“non sono deluso da loro, ma da voi giornalisti che spesso dite inesattezze”) e ribadisce: “noi progettiamo il futuro, siamo tranquilli perché abbiamo i conti in regola e le strutture che ci permettono di guardare oltre. Abbiamo opzionato il terreno per costruire lo stadio quando eravamo ultimi e questo significa andare avanti in un certo modo. Ci salviamo perche’ siamo forti, abbiamo un organico superiore a quello che dice il campo”.
Anche se resta il rammarico per un approccio al campionato che e’ stato sbagliato: “al di là degli infortuni ha certamente influito la bella annata dello scorso anno, abbiamo passato troppo tempo a specchiarci”. Infine, sul futuro, chiosa: “se mi chiedete se sarò io il presidente del Catania vi rispondo di si, se volete sapere chi saranno gli uomini della societa’ del domani vi dico: chi può saperlo oggi?”.