Il Campionato secondo Soccermagazine: Adesso venite fuori

Doveva essere il giorno delle verità, dopo due settimane di passione, polemiche, aspettative e parole; è stato il giorno delle verità, ma non come lo pensate voi.

 

 

L’aria era già tesa fuori allo Juventus Stadium, prima ancora che i padroni di casa si giocassero uno scontro al vertice col Napoli, l’altra capolista vogliosa di rivivere i fasti di vent’anni prima, quando proprio coi bianconeri si giocava il tricolore.
Il poco spettacolo mostrato in campo si può anche mettere in conto; partita spigolosa, nervosa, intrisa di paura e finto rispetto, che la Juve, dall’alto della sua forza, è abile a portarsi a casa sfruttando le forze fresche dei due pseudopanchinari Caceres e Pogba (a proposito, che talento), cosi da prendersi la vetta della classifica in solitaria.
La parte indecorosa, però, dello spettacolo, quella che andrebbe cancellata con un qualche trucco di magia,  viene dagli spalti durante gli stessi novanta minuti.

Juventus Stadium fonte immagine:Gabriele Barberis

I tifosi di casa colpiscono ripetutamente con cori ‘poco gentili’ (ripeterli sarebbe, ahimè, motivo di sconforto) gli ospiti; la gravità del fatto non risiede tanto nei cori stessi, rituale sentito, ci mancherebbe, in tutti gli stadi del mondo, quanto nel contenuto degli stessi.
Etichettare qualcuno – che siano napoletani, calabresi, friulani o aostani – come male del proprio paese, in un periodo in cui la soglia minima di sopportazione dello stesso è ai minimi storici, è un’offesa che va ben oltre il coro da stadio.
Se i mali del paese potessero essere estirpati e individuati cosi facilmente, l’Italia non sarebbe sicuramente al punto in cui è oggi.
D’altra parte, non che i tifosi ospiti siano da meno; cori, scontri, vandalismi gratuiti fatti passare per risposte giuste.
Non è cosi, alle offese non si risponde mai con le offese, in un gioco all’ultimo e sciocco scontro.

 

 

Il tutto era stato anticipato da un episodio che più spiacevole non si può, lontano dai  tutti crismi della sportività.
I tifosi del Verona, ospiti del match contro il Livorno, hanno intonato a lungo cori contro la figura di Piermario Morosini, giovane calciatore deceduto pochi mesi fa, scatenando le ire dell’opinione pubblica generale.
Siamo stanchi di assistere ogni settimana a spettacoli del genere.
Dalla Serie A alle categorie giovanili il calcio italiano è affetto da un male che va ben oltre i discorsi del campo, la poca spettacolarità e l’esodo dei fuoriclasse verso lidi stranieri.
Adesso la palla scotta e le Istituzioni non possono tirarsene fuori; Abodi ha già promesso punizioni esemplari, lo stesso dovrebbero fare ai piani alti.
Adesso dovete venire fuori, prendere per i capelli i responsabili, restituirci il calcio pulito.

 

 

E scusateci se manca la voglia di tornare al campo.
Di raccontare della straripante Roma zemaniana che s’impone col Genoa e determina l’esonero di De Canio, dell’Inter di Stramaccioni che si esalta grazie ad un SuperCassano e butta via la pratica Catania (a cui mancherebbe un rigore solare), e della Lazio che rispedisce il Diavolo all’Inferno, piazzandosi a -1 dalla seconda piazza; o ancora del ritorno alla vittoria del Cagliari, del Parma con la rinascita di Amauri e dell’Udinese con un gol di Maicosuel che finalmente si riconcilia coi suoi tifosi dal famoso episodio del cucchiaio di legno, di quella dell’Atalanta che in rimonta sul Siena festeggia i suoi centocinque anni, e dei pareggi di Fiorentina e Chievo o di Palermo e Torino.
Scusateci, ma adesso fate qualcosa. Per tornare finalmente a parlare di calcio.

 

 

Post scriptum: Avrete notato che non s’è proferita parola o commento sul famigerato episodio che ha coinvolto i napoletani e la Rai del Piemonte; troppi commenti sono già stati portati, troppe polemiche e nessun risultato.
Inutile allargarne il discorso; anche qui, qualcuno dovrà decidere in fretta.

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