Inter: il calciomercato è l’elisir di giovinezza

Tohir ha finalmente capito come si fa, sì, perché il tycoon indonesiano prima che uno sportivo, è soprattutto un imprenditore, un imprenditore scaltro.

Roberto Mancini (fonte: www.inter.it)
Roberto Mancini (fonte: www.inter.it)

Allora, come far tornare il marchio dell’Inter a splendere di nuovo? Semplice, il calciomercato risolve tutti i mali, o quasi. Perché dopo l’ingaggio di Mancini e le operazioni “all’italiana” di prestiti e riscatti, che portano a Milano Podolski  e Shaqiri, ci aspettava almeno un gol ad Empoli sabato scorso, ma così non è stato: Shaqiri entra a 10 minuti dalla fine e Podolski non incide, come del resto tutta la squadra. Sconforto e malcontento in casa Inter, come si deduce dalle parole amare del Mancio nel post gara al Castellani, “Per il terzo posto è dura”, ma quattro giorni dopo in Coppa Italia contro la Samp torna il sorriso, e i nerazzurri vincono con assist di Podi e gol di Shaq, insomma, la conferma degli ottimi affari. Per il terzo posto è dura, ma se ad Appiano in quattro giorni è cambiato l’umore, si pensi a cosa può cambiare da gennaio a maggio, anche alla luce dell’ultimo colpo di Ausilio, il croato Brozovic. Alto, forte e ben strutturato, non velocissimo ma perfetto per il ruolo che da novembre, mese dell’approdo di Mancini, è stato praticamente vacante. Brozovic arriva alla Pinetina per sostituire in pianta stabile uno tra Medel, Guarin o Kuzmanovic, probabilmente adatti a svolgere un altro tipo di ruolo, e non consigliati per fare parte della coppia di mediani che dovrà essere il collante tra difesa e attacco nel 4-2-3-1 del tecnico di Jesi. Eppure uno dei tre colpevoli, secondo molti, di essere la causa del malfunzionamento della macchina Inter, dovrà giocare al fianco del nuovo acquisto nerazzurro, ma chi? Medel dal cuore grande ma con piedi non all’altezza, Guarin che in mediana sta più attento a tenere la posizione che a far girare la palla, o il Kuz, che forse è quello che in quanto a rapporto visione-tecnica, pare in vantaggio nonostante non sia spesso impiegato? A Mancini la scelta del secondo mediano, che poi sarà inclusa nella scelta della nuova formazione, che poi sarà la formula per tornare grandi.

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