Juventus, Conte in conferenza: “Vogliamo lo scudetto”

Dopo la cocente eliminazione europea, Antonio Conte si presenta ai microfoni del Media Center di Vinovo per rispondere alle domande dei giornalisti alla vigilia del match tra la Juventus e l’Atalanta.

Antonio Conte Fonte: flickr.com-calciostreaming
Antonio Conte
Fonte: flickr.com-calciostreaming

Ecco le parole del tecnico salentino.

Cosa ne pensa di ciò che è successo ieri? Come si può cambiare questo trend?

“Periodicamente succede qualcosa, ma nessuno fa niente. Si va sempre peggio, rischiamo di assistere a qualche atto irrimediabile. I segnali che mandiamo certe volte dal nostro mondo non sono positivi”.

Lo scudetto è preferibile vincerlo giocando o dalla tv? Se si vincesse, diventerebbe normale o è sempre qualcosa di speciale?

“L’importante è che arrivi, non mi interessa come. Attenzione all’Atalanta, è una squadra temibile. Non ci si fa mai l’abitudine perché sarebbe il terzo Scudetto consecutivo ed entrerebbe nella storia, sarebbe qualcosa di straordinario e di fantastico per questa società”.

Ieri Garcia ha cercato di stemperare i toni parlando bene della Juventus. Cosa ti senti di dire a proposito?

“Rifaccio i complimenti alla Roma come ho sempre detto per il campionato che sta facendo. Il loro rendimento ci ha spinto sicuramente a tirare il meglio da parte di tutti noi, perché abbiamo paura di un antagonista di grandissimo livello. Faccio i complimenti anche alla Fiorentina ed al Napoli per il gioco espresso, spero tutti insieme riusciremo a risollevare il nostro ranking”.

Vuoi dire qualcosa riguardo l’eliminazione con il Benfica?

“Ho rivisto la partita e secondo me abbiamo fatto bene. Siamo competitivi a grandi livelli, siamo cresciuti sotto il profilo dell’esperienza. Abbiamo lottato e giocato alla pari. Stiamo crescendo e ci stiamo consolidando, il Benfica è una squadra che da anni fa bene ed il ranking lo dimostra. Io ho parlato dopo la partita dopo aver visto alcune cose, e non prima come hanno fatto altri”.

Io credo che il calcio italiano sia il più difficile dal punto di vista mentale, tattico e psicologico. E’ d’accordo?

“Io credo che chi affronta squadre italiane in Europa non è mai contento perché siamo squadre molto preparate dal punto di vista tattico. I tecnici italiani sono ricercati all’estero come ha dimostrato Ancelotti, Capello, Mancini, Lippi e Spalletti. C’è un motivo se chiamano molti allenatori della nostra scuola”.

 

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